Il trasporto pubblico di linea

Il trasporto pubblico di linea viene effettuato senza tenere conto del fatto che i ricavi devono in qualche modo quadrare con le spese.

Il D.Lgs. 19 novembre 1997, n. 422 (c.d. decreto Burlando) impone un livello minimo del 35% nel rapporto tra ricavi del servizio e costi, a fine anno il bilancio viene ripianato con il denaro pubblico.

Questa è la grande differenza che c'è con il trasporto pubblico non di linea, in un caso il prezzo è politico, nell'altro caso il prezzo deve tenere conto del costo.

Nel caso del TPL e dei Taxi le tariffe vengono imposte dall'alto, ma i taxi devono fare quadrare il bilancio in modo autonomo, il costo dei mezzi, del carburante, delle assicurazioni, delle manutenzioni, e perche' no anche il costo per il mantenimento dell'autista, anche noi abbiamo una famiglia.

Ecco perchè le tariffe dei Taxi sono piu' care di quelle dell'autobus, abbassare le tariffe dei Taxi è possibile a patto che la cosa sia effettivamente sostenibile, i costi devono essere sostenuti da qualcuno, o dall'utenza o dal denaro pubblico, pretendere che i costi siano sostenuti da chi espleta il servizio è semplicemente folle, non si puo' lavorare in perdita.

Vediamo ad esempio cosa si puo' apprendere dalla lettura di un brevissimo estratto del testo di questa affascinante relazione presente sul sito http://www.agenzia.roma.it

documenti/relazioni/97.pdf

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Per valutare i risultati economico-finanziari del servizio a Roma, tenendo conto del D.Lgs. 19 novembre 1997, n. 422 (c.d. decreto Burlando), che impone un livello minimo del 35% nel rapporto tra ricavi del servizio e costi, è possibile confrontare a livello nazionale la provenienza dei ricavi e il grado di copertura dei costi con gli incassi del servizio (Tav. 2.3).

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Testo ed immagini sono tratti da:

http://www.agenzia.roma.it/documenti/relazioni/97.pdf